Luca de Meo (ex Ceo Renault): se ne va uno dei pochi top manager che ama davvero l'auto
Disegna automobili fin da quando era bambino. È stato il primo italiano a capo di un colosso industriale francese. Domenica scorsa si è dimesso. Da settembre sarà il nuovo amministratore del Gruppo Kearing, proprietario di marchi iconici come Gucci. Si occuperà di lusso, alta moda, ma la passione, quella vera, rimane sempre nel cuore. Magari, fra qualche anno, ci ripensa: lo aspettiamo
“Io vengo da altri settori, sono qui solo di passaggio. Luca è diverso: nelle riunioni quando parla di prodotto riempie interi fogli di disegni delle macchine”. Così mi raccontava, nel 2007, Antonio Baravalle, amministratore delegato di Alfa Romeo, ma soprattutto uno dei Marchionne boys, cioè i manager più fidati e stretti collaboratori del grande capo, assieme a Alfredo Altavilla, Olivier Francois e, appunto, Luca de Meo, che disegnava automobili fin da quando era un bambino.
“Erano la sua grande passione” confidò sua madre Giovanna in un'intervista del 2009. “La prima cosa che disegnò fu un cerchio leggermente ovale: per lui, era la Fiat 500”. 1973, Costa d’Avorio: il padre di Luca gestisce una concessionaria Lancia ad Abidjan e durante il Rally Bandama il piccolo Luca, 6 anni, incontra il pilota della squadra ufficiale Lancia Arnaldo Cavallari. L'anno successivo, nel 1974, Cavallari torna e porta il bambino a fare un giro sulla sua Lancia Fulvia HF. Da quel momento, alla domanda "che vuoi fare da grande?", de Meo ha sempre risposto: "Automobili". In Fiat, de Meo era arrivato nel 2002, come responsabile del marchio Lancia dopo aver iniziato la sua carriera in Renault e successivamente in Toyota Europe.
A un Salone di Ginevra incontro Luca e gli chi chiedo: “Ma chi te lo ha fatto fare di lasciare un colosso come Toyota per venire in Italia a occuparti di una Lancia in piena crisi?” Mi risponde: “Io sono italiano e Lancia è un marchio italiano che ha fatto la storia”. Dopo Lancia, de Meo passa in Fiat e ne diventa Ceo, nominato da Marchionne. Gestisce il lancio, azzeccatissimo, della nuova 500, l’erede di quella macchina che disegnava da bambino.
Fa rinascere il marchio Abarth, ma anche la mitica Campagnola, non più sotto l’egida di Fiat ma di Iveco “perché quelli di Iveco sono i migliori a fare le cose dure e pure e Campagnola è la miglior fuoristrada vera disponibile sul mercato". Per farla breve: spinge sul prodotto, ne valorizza la storia, i valori, tipico di chi ha una grande passione per l’automobile. Successivamente, de Meo diventa responsabile del marketing del Gruppo Fiat e Ad Alfa Romeo, ma qualcosa nel rapporto con Marchionne, si incrina.
A inizio 2009, de Meo si dimette. Passerà al Gruppo Volkswagen in qualità di direttore marketing del marchio Volkswagen e dell'intero Gruppo. Nel 2012 va in Audi, come membro del consiglio di amministrazione responsabile di vendite e marketing. Nel 2015, in pieno dieselgate che rischia di travolgere l’intera Volkswagen, diventa presidente del comitato esecutivo di Seat, il marchio più in difficoltà del gruppo tedesco. Nei 5 anni trascorsi in Spagna, de Meo risana le finanze di Seat, amplia con successo la gamma entrando nel segmento dei Suv e creando un nuovo marchio: Cupra.
Nel gennaio 2020, de Meo lascia Seat e il Gruppo VW. Il 1° luglio 2020 viene nominato Ceo di Renault: è il primo italiano che sale al comando di un colosso industriale francese e ha un compito tutt’altro che facile: gestire la ristrutturazione di un Gruppo in forte crisi. Sappiamo come è andata a finire: compito risolto brillantemente. Anche se le difficoltà (normative europee, transizione elettrica, concorrenza cinese), peraltro comuni a tutte le Case automobilistiche, non mancano qualcosa, per ora, non è andato per il verso giusto: la Formula 1. “Quando sono arrivato, la presenza della Renault in F.1 era appesa a un filo. Era previsto di chiuderla: mi sono opposto. Ho trovato un modo per salvarla ma è stata una decisione difficile. A volte me ne pento” ha detto de Meo “perché è una sofferenza che dura ogni fine settimana".
Domenica scorsa, de Meo si è dimesso da Renault. Da metà settembre si occuperà di lusso, alta moda: sarà il nuovo amministratore delegato del Gruppo Kering, proprietario di marchi iconici come Gucci. È una sfida nuova, ma la passione per le automobili, per chi come de Meo ce l’ha da quando era bambino, non finisce: resta nel cuore, ne siamo convinti.
Magari, fra qualche anno, de Meo ci ripensa: lo aspettiamo. Perché? Rispondo a titolo personale: de Meo è un raro esempio di top manager dell’auto che, quando ti incontra, ti saluta, sempre e maniera non formale anzi, qualche volta ti fa pure una battuta. A me è capitato spesso. Per esempio a Pechino: una sera, al termine di un evento (la VW Group Night) organizzato dal Gruppo Volkswagen, sbaglio porta di uscita e torno nuovamente all’ingresso, proprio mentre de Meo sta andando via e vedendomi, mi chiede sorridendo: ma che fai, ti vuoi guardare un’altra volta lo spettacolo?
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