Tavares: “Il futuro di Stellantis? Se fallisce, i cinesi di Leapmotor potranno ricomprarla”
Dopo mesi di silenzio l’ex Ceo del Gruppo è tornato a parlare e ne ha per tutti: la transizione verso l'auto elettrica? “Un grave errore di Bruxelles: doveva prendersela con Volkswagen per il dieselgate anziché vendicarsi contro un intero settore”. I dazi alle auto cinesi? “Sono un cerotto su una gamba di legno” Il futuro di Stellantis? “Se fallisce, i cinesi di Leapmotor potranno riacquistarla”
Dopo la sua uscita da Stellantis, a fine 2024 e mesi di silenzio l’ex amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares è tornato a parlare della sua carriera e del mondo automotive, in un’intervista rilasciata al settimanale francese Le Point a pochi giorni dall’uscita, il 23 ottobre, del suo libro: “Un pilota nella tempesta”. Dopo l’addio al gruppo, l’ex top manager si divide tra la produzione di vino, la gestione di cinque hotel, la restaurazione di auto storiche e la partecipazione a competizioni automobilistiche. Sta inoltre valutando investimenti nella compagnia aerea Azores Airlines e nel circuito dell’Estoril, dove Ayrton Senna ottenne la sua prima vittoria in Formula 1 nel 1985. "Mia moglie si preoccupa che io lavori tanto quanto prima. Ma ho 67 anni e ogni giorno conta".
La sua separazione da Stellantis? È stata gestita per telefono, in 48 ore. “Un pomeriggio di dicembre, mentre ero sul circuito di Estoril, in Portogallo, John Elkann, presidente di Stellantis, mi ha chiamato e mi ha detto che aveva perso fiducia in me”. "Ero lì eseguire un piano già approvato ma mi dissero di fermarmi e tornare al punto di partenza. Io scelsi invece di accelerare sul piano elettrico”.
Una decisione che, secondo Tavares, derivava dalla convinzione che rallentare l’elettrificazione sarebbe stato un errore fatale. “Bisognava prendere una decisione: o continuare a lamentarsi e frenare la produzione di auto elettriche o sfruttare la frenata di molti costruttori per accelerare e prendere la leadership nell’auto elettrica. Io avevo scelto di accelerare e resto convinto che fosse la decisione giusta per il clima, per il bene dei miei nipoti e delle future generazioni: con 46 gradi Celsius in estate in Portogallo e 220.000 ettari bruciati dal fuoco, accelerare sull’auto elettrica e sull’elettrificazione è indispensabile”. “La responsabilità ce l’ho al 100%: sono stato il capo, nel bene e nel male. Ci saranno cose che non ho fatto bene; spero di aver azzeccato l'80% delle decisioni ma non mi autoflagellerò".
Secondo Tavares “L’industria dell’automobile è un mondo estremamente violento, condizionato da dazi, regolamenti e tensioni geopolitiche. E tutti i capi, me compreso, hanno un ego enorme. Vogliono dimostrare di essere i migliori. Ma che divertimento c’è a essere un passeggero sulla propria barca mentre aspetti che un'onda ti affondi? Molti talenti, sentendo di non poter più fare la differenza, lasceranno il settore, gli investitori li seguiranno e l'auto diventerà un oggetto comune, di scarso interesse, come un frigorifero”.
Le parole più dure sono per l’Unione Europea: “Il più grande errore della Commissione Europea è stato quello di vendicarsi contro l’intero settore automobilistico, imponendo politiche dogmatiche senza ascoltare i costruttori, invece di concentrarsi su Volkswagen per il dieselgate, che aveva falsificato le emissioni di CO₂ dei suoi motori”.
Secondo il manager portoghese l’UE avrebbe dovuto introdurre divieti progressivi basati sulle emissioni di CO₂ e consentire una transizione elettrica più graduale. “Gli ingegneri avrebbero avuto il tempo per lavorare su tecnologie a basse emissioni. Ciò avrebbe permesso alle classi medie di permettersi l'acquisto di veicoli meno inquinanti. Invece, i produttori europei che non erano pronti a fare il salto verso l’auto elettrica sono stati costretti a farlo, aprendo la porta ai cinesi, già padroni di questa tecnologia. I costruttori europei hanno 50 miliardi per inseguire. Uno spreco”.
Sui dazi ai costruttori cinesi, Tavares è molto critico: “Sono un cerotto su una gamba di legno. I cinesi produrranno in Europa, con prezzi europei, e a quel punto sarà l’industria europea a diventare cinese. Cosa avremo vinto? L'industria automobilistica europea si sarà "cinificata".
Sull'accordo fra Stellantis e i cinesi di Leapmotor, Tavares fa un’ipotesi: “Mi sono sempre chiesto perché la cinese Leapmotor abbia accettato l'accordo in base al quale Stellantis avrebbe preso il 21% dell'azienda e il 51% della sua attività al di fuori della Cina. Ho solo una risposta: un giorno, se Stellantis fallisce, potranno riacquistarla”.
Tavares si scaglia anche contro la noiosa regolamentazione e la burocrazia europea che rende praticamente impossibile portare a termine un processo di reindustrializzazione. “Ci sono voluti solo 13 mesi per completare il processo di fusione tra PSA e FCA, mentre il permesso per l'impianto di batterie di ACC, una filiale di Stellantis, ha richiesto un'attesa di 14 mesi. Tutta questa burocrazia soffoca le aziende".
Sulla sua buonuscita di circa 35 milioni di euro, Tavares non ha dubbi “Era un contratto, non un privilegio. Essere un capo è un lavoro rischioso. Accettiamo che un calciatore guadagni cento milioni, ma non che un dirigente ne riceva venti?”.
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