Nuovi modelli, boom di ordini: tutto vero? In Cina è polemica sui numeri dati dalle Case

Ormai capito spesso, quasi sempre, in Cina: il lancio di un nuovo modello è accompagnato da una comunicazione ufficiale della Casa che annuncia ordini record, da primato, storici, comunque molto alti. Sarà tutto vero o è l’ennesima “trovata” del marketing? In Cina cominciano a chiederselo e la polemica cresce. Tra i casi più recenti, viene citato il nuovo Suv Xiaomi YU7, i cui “ordini confermati”, termine che si riferisce a un preordine effettuato con un anticipo o deposito non rimborsabile, anche parzialmente, avevano superato la non trascurabile cifra di 289.000 unità appena un'ora dopo il lancio: un record, anche a livello mondiale. 

Xiaomi YU7: oltre 289.000 ordini dichiarati dalla Casa appena un'ora dopo il lancio

Possibile? Alcuni blogger cinesi, con humour tipicamente britannico, hanno commentato: non è che Xiaomi per errore ha aggiunto uno zero in più? Secondo alcuni addetti ai lavori, il punto debole di questa mole di ordini è la capacità produttiva della Casa, visto e considerato che i tempi di consegna di YU7, secondo quanto dichiarato da Xiaomi, sono di 40 settimane, se va bene: per le attese più lunghe, si va a oltre 60 settimane. Lo scenario è quello dell’offerta superiore alla domanda e fa pensare a dati sugli ordini gonfiati o, come ha scritto qualche commentatore cinese, falsificati. 

Zeekr 9X: 42.667 unità vendute in un'ora, come comunicato ufficialmente dalla Casa

L’ultima, in ordine di tempo, discussione sui dati di prenotazione iniziali si è focalizzata sul nuovo Suv Zeekr 9X, un modello che ha un prezzo di prevendita di 500.000 yuan e di cui sono state annunciate 42.667 unità vendute in un’ora. La prima reazione di molti commentatori a queste cifre è stata la stessa riservata al Suv Xiaomi YU7 e si riassume in una domanda: è tutto vero? 

In occasione del lancio erano circolate voci che gli ordini di Zeekr 9X fossero arrivati a 80.000 o addirittura a 100.000: possibile? Viene da chiedersi, come scritto da alcuni blogger cinesi: un numero così alto di ordini è da attribuire al grande successo di un nuovo modello oppure è uno strumento utilizzato dalle Case automobilistiche per spingere le vendite? In molti casi la risposta a questa domanda è stata: i dati di prenotazione iniziali fanno parte di una pianifiazione strategica utilizzata dal marketing. 

Wu Pei, un blogger di automotive cinese, ha scritto che slogan promozionali come “oltre 10.000 prenotazioni inziali” sono in realtà creati e gestiti da agenzie pubblicitarie e team di marketing e sono persino “pianificati mesi prima del lancio”. Wu Pei ha inoltre sottolineato che queste iniziative del marketing sono molto rischiose, perché poi destinate a confrontarsi con i dati di vendita reali che sono pubblicati dall’associazione dei costruttori automobilistici cinesi e da altre autorevoli istituzioni. 

Secondo un altro blogger, Shengyingiu Tim, le prenotazioni inziali non sono false, ma poco attendibili, perché le Case utilizzano molti sistemi per trasformare in una prenotazione quello che potrebbe essere un generico interesse di un cliente. Shengyingiu Tim ha scritto che al Salone dell’auto di Chengdu chi voleva vedere gli interni di un modello doveva prima fare una prenotazione e poiché le prenotazioni iniziali sono completamente rimborsabili una semplice richiesta di informazioni diventava automaticamente un ordine. Questo significa, secondo Shengyingiu Tim, che i dati di prenotazione iniziali sono “senza senso”

Un altro blogger cinese, Yiran, ha suggerito un’altra interpretazione: l’alto numero di ordini viene ottenuto conteggiando anche i contatti con i potenziali clienti attivati dalle Case mesi prima del lancio di un nuovo modello. Inoltre c’è poca chiarezza sulla differenza tra prenotazioni e ordini confermati. Alcune Case automobilistiche parlano di “ordini confermati rimborsabili”, altre invece di “ordini confermati non rimborsabili”: tutto ciò fa solo confusione, non chiarezza. Nio, invece, ha deciso di non comunicare gli ordini: né le prenotazioni iniziali, né gli ordini confermati. 

La polemica continua. Il sospetto è che qualcuno, fra i costruttori, non la racconta giusta. Cioè: bara. Segno evidente che in un mercato automobilistico così ferocemente competitivo come quello cinese le Case sono capaci di fare di tutto, e anche di più, pur di non perdere colpi e clienti. E pensare che qualcuno, in Europa ma anche in Italia, ci viene a raccontare che dai cinesi c’è solo da imparare. 

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