Stellantis: Tavares si è dimesso. E adesso?

Ieri sera il Ceo del gruppo ha presentato le dimissioni e ha lasciato l’incarico in anticipo di poco più di un anno rispetto alla scadenza (2026) del suo contratto, forse perché non ne poteva più, o non ne potevano più di lui. Al suo posto un Comitato Esecutivo ad interim, presieduto da John Elkann. Il nuovo Ceo sarà nominato nel primo semestre 2025: avrà un compito tutt’altro che semplice, anche se non impossibile. 

Carlos Tavares, al centro con la polo bianca, alla 24 Ore di Le Mans del 2015 prima della partenza

Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, gruppo automobilistico nato dalla fusione del Gruppo PSA (con i marchi Peugeot, Citroën, DS e Opel) e FCA (Fiat Chrysler Automobiles), passerà il prossimo Natale in famiglia, senza leggere mail o convocare call. Si è dimesso ieri, a sorpresa (?) lasciando con effetto immediato l’incarico di Chief executive officer (Ceo) in anticipo di poco più di un anno rispetto alla scadenza del suo contratto, prevista per il 2026. Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi ieri sotto la presidenza di John Elkann, le ha accettate subito e le ha commentate così: “nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il Ceo alla decisione di oggi”. 

Dopo mesi molto difficili, per il calo delle vendite (e dei profitti) e per gli attriti con il Governo italiano, Tavares dunque se ne va: forse perché non ne poteva più, o perché non ne potevano più di lui, difficile saperlo. Sarà sostituito da un Comitato Esecutivo ad interim presieduto da John Elkann, che ha fatto sapere di essersi messo subito al lavoro (sai che notizia) mentre la procedura per la nomina del nuovo Ceo, che si concluderà entro il primo semestre 2025, sarà gestita da un Comitato Speciale del Consiglio

È finita così la brillante carriera del manager portoghese iniziata in Renault, dove è entrato a 23 anni nel 1981 fino a diventare, nel 2011, Chief Operating Officer della Casa ma soprattutto braccio destro del numero uno: Carlos Ghosn, che alla Nissan, di cui era stato, dal 1999, amministratore delegato, salvandola, avevano soprannominato mister Seven-Eleven, cioè 7-11, perché arrivava in ufficio alle 7 del mattino e ci rimaneva fino alle 11, di sera. In Renault, dove Ghosn diventò amministratore delegato del gruppo nel 2005, i dirigenti da un certo livello in su dovevano mettere in copia conoscenza Ghosn in ogni mail inviata. Ghosn leggeva tutto e a volte (quasi sempre, ci è stato riferito) interveniva scrivendo: mi spieghi meglio, mi mandi più dettagli. Tutte cose da fare il più velocemente possibile, cioè subito. 

Duro, esigente, ambizioso: è sempre stato così anche Tavares. Si scioglieva un po’, forse, solamente quando, da grande appassionato di auto e motorsport quale è sempre stato fin da ragazzo, indossava casco e tuta per correre oppure provare i nuovi modelli. A un certo punto, dicono i maligni (le solite voci), aveva provato anche a fare fuori il suo capo, ma gli andò male, Nel 2013 si dimette da Renault, un anno dopo diventa amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione di Groupe PSA, cioè Peugeot-Citroën, marchi ai quali Tavares aggiunge DS (un'idea sua, si dice) e dal 2017 Opel, che risanerà alla sua maniera: tagliando il 50% della forza lavoro, chiudendo i reparti di ricerca e sviluppo nei settori motori e design per integrarli, insieme alla produzione, con i marchi francesi. 

Nel 2021 nasce ufficialmente Stellantis, frutto della fusione tra PSA e FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e Tavares diventa amministratore delegato del Gruppo e in un colpo solo si trova a dover gestire la bellezza di 14 brand automobilistici: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall. Tanti, anche per un super manager. In questi anni però Tavares ha tenuto sempre duro su tutto, resistendo prima alla pandemia, poi sia alla transizione verso l’auto elettrica, di cui non ha mai condiviso del tutto tempi e modalità, sia alla concorrenza dei cinesi e infine agli attacchi ricevuti in Italia da Governo e politici, che non lo hanno mai amato e forse neppure stimato più di tanto.  

Da tecnocrate, quale è sempre stato, Tavares ha martellato ossessivamente, per abbassarli, sui costi: di produzione, dell’energia, delle fabbriche in Italia. Ci è stato riferito che mandò qualcuno dei suoi a Torino per cronometrare i tempi di produzione della 500 elettrica sulla linea di Mirafiori. Risultato: troppo lenti, sicuramente Tavares non lo avrà gradito. La nuova Maserati Granturismo gli era piaciuta moltissimo (“è l’auto più bella mai vista” aveva commentato) ma quando Maserati è entrata in crisi non si è fatto problemi a dire: “Stellantis non può più permettersi brand non redditizi”. Come dire: o si chiude o si vende. 

Nel 2022, in una delle sue rare interviste rilasciata al Corriere della Sera e a un gruppo ristretto di quotidiani europei, disse: “I manager che lavorano 7 giorni su 7 e 16 ore al giorno hanno un enorme margine di miglioramento nel loro ruolo”. A chi si riferiva? Al suo ex-capo Ghosn? A Marchionne? Chissà. In questi anni Tavares ha parlato sempre poco (in inglese o in francese) con i giornalisti, mai a margine di una conferenza stampa. Mai e guai una battuta, buona almeno per ricavarci un titolo, come invece faceva Marchionne. 

Quel che è certo però è che Tavares la sua faccia ce l'ha messa sempre, anche quando in realtà il destinatario, più che il Gruppo, era la Fiat, la sua storia e chi oggi la rappresenta: John Elkann, i cui rapporti con l’attuale Governo ci risultano freddi, anche troppo. Toccherà allora ad altri far scoccare la scintilla che finora è mancata e riportare in alto le sorti del Gruppo: negli USA, in Europa, in Italia. Non sarà facile, però non è impossibile. Servirà tanto olio di gomito sul prodotto, magari dando retta non solo a quelli del marketing, che spendono un sacco di soldi (dell'azienda) per far vedere le macchine, ma un po' di più anche ai concessionari e ai loro venditori, che vedono clienti tutti i giorni e, per chi non lo sapesse, fanno vendere le macchine. Coraggio.

Commenti

Post popolari in questo blog

Toyota Yaris 2025: gamma e prezzi

Renault Clio 2025: gamma, motori, listino aggiornato

Volkswagen Golf 2025: come è fatta e quanto costa in Italia